Bye bye Fuorisalone. Un’edizione tra le più belle degli ultimi anni. Abito in via Savona e mi sono goduta anche questa volta la grande animazione che prende il mio quartiere in occasione del Salone del mobile. Zona Tortona è stata pioniera nella proposta di una rassegna alternativa alla Fiera e nel corso degli anni è stata seguita da molti altri distretti che hanno creato nella città un arcipelago di eventi, installazioni, mostre, provocazioni e, ovviamente infinite attività conviviali.
Una grande festa del design e della creatività, aperta a tutti: designers, aziende e addetti ai lavori, ma soprattutto il pubblico, i giovani, le famiglie, le coppie di mezza età e i bambini. E poi tantissimi stranieri, che aderiscono con entusiasmo alle proposte e alle iniziative che accendono la città: la Statale (nella foto), l’Accademia di Brera e l’Orto Botanico, la Triennale, e poi le sue splendide dimore e i palazzi che per il resto dell’anno rimangono segreti. Tra gli elementi che hanno contribuito al successo dell’evento infatti ci sono la convivialità e il senso dell’0spitalità. Due fattori che in questa occasione non hanno dovuto fare compromessi con l’efficienza dei servizi e delle strutture: ha funzionato tutto bene.
E’ bello essere milanesi – e italiani – in questi giorni. Ti senti partecipe di qualcosa davvero unico e distintivo. Perché il Salone del Mobile e il Fuorisalone sono una bella rappresentazione di quello che siamo. Di quello che siamo stati e di quello che potremmo ancora diventare. Perché è vero che siamo nati e cresciuti tra le cose belle e che siamo molto bravi a realizzare oggetti accuratissimi, originali, unici, inimitabili. Ed è vero che in questo siamo i migliori. Basta fare un giretto alla Triennale dove una bella mostra racconta le geniali soluzioni dei designer e architetti italiani negli anni dell’autarchia tra le due guerre e della crisi e dove sono poi raccolti gli oggetti iconici che hanno fatto la storia del design. Quanti di questi pezzi erano nelle case dei nostri genitori o dei nonni… Erano oggetti di uso quotidiano, come un televisore, un giradischi, o una sedia di vimini. E hanno naturalmente forgiato il nostro gusto, il nostro sguardo, il nostro modo di vedere e creare le cose.
Insomma: so’ soddisfazioni!
Da non perdere
VII Triennale Design Museum
Il design italiano oltre la crisi. Autarchia, austerità, autoproduzione.
Fino al 22 febbraio 2015.
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