No, non si chiamano Alessia, Marika, Selvaggia, Asia. E non hanno il tatuaggio di un dragone che spunta dal lato B delle mutandine. Le ragazze di cui vi parlo io si chiamano Pinuccia, Giusy, Marilena, Nanda. Nomi che andavano di moda qualche decennio fa. Come il mio, che mi chiamo Paola. Conoscete forse una Paola di vent’anni?
Noi paole e pinucce siamo baby boomers, i bambini e bambine nati tra il 1946 e il 1964 in seguito al grande ottimismo post guerra mondiale che portò a un’esplosione delle nascite. Ci chiamarono così i sociologi americani che analizzavano le curve dei consumi. Sono baby boomers Bill Clinton, Barack Obama e Angela Merkel, Luciano Ligabue ma anche Fabio Fazio e Luciana Litizzetto, tanto per dire.
Un’ultima premessa: da quando non lavoro a tempo pieno, non vado più in palestra la sera con le giovani alessie, con le marike e le selvagge. Evito arrivi trafelati negli spogliatoi con vista di tatuaggi di cui sopra, afrori da corsi superaffollati di zumba e fit kombat. Alla Tonic di via Giambellino ci vado al mattino, quando le sale sono ancora pulite, i bagni lindi, gli spogliatoi in ordine , gli armadietti vuoti. E ci trovo le baby boomers. Le vecchiette, come ci chiamano le giovani che vengono la sera.
Confesso che anche io prima di passare ai corsi del mattino avevo chiesto all’istruttrice Anna quale fosse il livello di difficoltà. Forte dei miei quattro anni di pilates e del mio running trisettimanale non volevo deprimermi con esercizi troppo blandi. “No no – mi garantì Anna – i corsi sono uguali a tutte le ore. Le signore che vengono qui al mattino sono allenatissime”.
Non sapevo quanto. La prima volta, mi sono ritrovata ad ansimare come un mantice alla quarta ripetuta di affondi di gambe mentre la barra mi bruciava i muscoli delle spalle. “Paola, piega di più, affonda! Se continui così ti rovini le ginocchia!”, mi sgridò Anna davanti alle mie nuove compagne. Per non parlare di Andrea, l’altro istruttore, che mi cazziò per un mese. Rimproverava solo me: “Non così Paola!! Fai come le altre!!” gridava come neanche Cracco con i cuochi lavativi di Hell’s Kitchen. In poche lezioni, il mio nome lo sapevano tutte: ero quella scarsa.
Insomma, sono in gran forma le tipe che vanno ai corsi della mattina. Anche perché parecchie di loro frequentano cinque giorni la settimana e alternano sessioni di resistenza con step e pesi ad altre unicamente di addominali. Quando vogliono riposarsi fanno le lezioni di pilates da terra…
Il risultato è che non ho mai invidiato il tatuaggio sul lato B di Selvaggia ma la resistenza di Pinuccia che fa piegamenti sulle braccia come un marines e le gambe toniche di Giusy che è stata una giocatrice di tennis, sì.
E già che ci sono, invidio anche la grinta della mia vicina di armadietto, che ha reagito da par suo a una brutta malattia, messa fisicamente e psicologicamente alle spalle anche grazie all’attenzione per la forma fisica mantenuta in palestra. L’avevo conosciuta anni fa, un sabato mattina. Aveva ancora i capelli cortissimi per le cure recenti. Mi raccontò che era la sua prima giornata di libertà dopo la fine del ciclo di chemio, e che non vedeva l’ora di celebrarla con una bella nuotata in piscina. Che bella forza, pensai. L’ho ritrovata tra le altre baby boomers.
Ci si conosce tutte, ci si saluta per nome, non con un distratto ‘ciao’ come succede la sera. C’è chi lavora ancora ma con meno impegni di prima, chi è pensionata da poco, chi era insegnante e chi imprenditrice. Donne indipendenti, che hanno tirato su famiglie e che ora si godono una maturità attiva, che allontana i cedimenti. Quasi tutte hanno nipotini da accudire o figli grandi da sistemare. Ragazzi che, contrariamente alla nostra generazione, faticano a trovare un lavoro, ad essere autonomi, ad uscire di casa…
Dopo le lezioni qualche volta prendiamo un caffè insieme, con calma.
Siamo più gentili a Milano, la mattina.
La palestra
Tonic Giambellino
Via Giambellino 5, Milano
Saperne di più:
Baby Boomers by Wikipedia.
No Comments