Mi sono innamorata della montagna. Per me l’estate è sempre stata una: al mare. Ciabatte, pareo, costumino minimal, spiaggia. Bagaglio leggero, tanto sole. La montagna? Roba da vecchi. O da ragionieri con i maglioncini a V.
Finché, tre estati fa, ho trascorso un weekend a Castelrotto. Colpo di fulmine! Avevo avuto la fortuna di vedere l’altipiano dell’Annapurna e le Rocky Mountains, ma le Dolomiti profumano. Le montagne incantate.
Da allora trascorro almeno una settimana a Canazei, in Val di Fassa. Ogni agosto. Per l’inverno ancora non sono pronta. Fa freddo e ci vuole troppo equipaggiamento. In estate invece basta poco: felpe di pile, giacchetta antiacqua e antivento, buone pedule. Poi bandana, zaino, delle calze da trekking e degli occhiali da sole con crema protettiva. Fine dei lavori, anche per una tipa come me, che di solito fatica a chiudere valigie ricolme.
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Tra le cose che mi sta insegnando la montagna infatti c’è la sobrietà. Ho imparato che tante cose in alta quota sono inutili, fastidiose, persino brutte. La montagna è padrona e stabilisce codici etici ed estetici. Oltre al rispetto – per il paesaggio, la flora, a fauna, i vicino di sentiero – in montagna sto imparando a parlare poco (meno, vabbé…). A parlare ci si affatica e quando si prendono certe salite, o si respira o si parla.
In montagna bisogna pensare chiaro. Per affrontare le escursioni bisogna muoversi leggeri e portare con sé solo il necessario. Quel poco però va scelto molto bene, perché basta niente per trovarsi in difficoltà: il cambio del clima, una scivolata, una scarpinata che si rivela più dura del previsto e che lascia senza forze proprio a metà strada. Il rischio è di perdere il controllo e trovarsi in affanno. Di smarrire tutto il gusto. Ci vuole disciplina, come per la barca a vela.
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Nei miei migliori momenti in montagna, mi viene in mente il mare. Quando cammino o corro in un bosco, quando ammiro una catena di guglie e rocce illuminate dal sole o incappucciate dalle nuvole, vivo momenti di pienezza che mi ricordano il piacere di una spiaggia deserta. La sensazione esaltante di essere “dentro”. Dentro la propria vita. “Io, qui, adesso”. Ecco, la montagna rispetto al mare è più generosa. Sensazioni come “io, qui, adesso” ne regala tante. Perché gli spazi sono grandi e possono diventare immensi. Impossibile non emozionarsi.
Tuttavia anni fa non avrei apprezzato la bellezza del silenzio, la purezza dell’aria, il piacere della fatica prima di raggiungere un rifugio, l’avvistamento degli animali che si mimetizzano nei boschi, la gratitudine per una giornata di sole che illumina le vette innevate. Non avrei capito.
Sono felice di avere scoperto adesso questa nuova dimensione. Voglio interpretarla come un regalo della mia maturità.
4 Comments
TAIETTI REDENTO
14 Febbraio 2019 at 17:51BUONA SERA PAOLA , FINALMENTE DELLE BELLE PAROLE SCRITTE E PENSATE COME LE AVREI PENSATE IO GRAZIE DI CUORE
Paola
17 Febbraio 2019 at 15:54Ma grazie!
orlando778
26 Agosto 2014 at 19:45Che bellissimo post, Paola.
🙂
paolabaronio
27 Agosto 2014 at 6:57Grazie!