Capita di conoscere musei ed edifici di città lontanissime e di ignorare luoghi belli e affascinanti che abbiamo a portata di mano, nel nostro quartiere. Magari ci passiamo davanti tutti i giorni, li vediamo con occhi distratti e non ne immaginiamo la storia, oppure ne ignoriamo del tutto l’esistenza perché sono qualche incrocio al di fuori delle nostre rotte quotidiane. Sono molto apprezzabili quindi le iniziative che a Milano vengono organizzate per promuovere e valorizzare le realtà e la storia dei nostri quartieri. Come Art in The City, una passeggiata alla scoperta delle trasformazioni postindustriali di edifici riqualificati dai migliori architetti italiani nel quartiere Solari-Savona-Tortona alla quale ho partecipato domenica scorsa.
La camminata, organizzata da Connecting Cultures con la collaborazione di MuseoLab6 – due associazioni impegnate nella promozione e nella valorizzazione del patrimonio culturale di Zona 6 coinvolgendo le comunità locali – ha avuto un buon riscontro: al ritrovo dell’ex Panetteria di via Solari 40 eravamo una ventina di persone, numero che è raddoppiato nel corso della passeggiata conclusa tre ore dopo in via Bugatti. Grazie alla guide esperte della sig.ra Egle Nason del Primo Quartiere Umanitaria e dell’architetto Roberto Monelli di MuseoLab6 abbiamo fatto i turisti nella nostra città, esperienza piacevolmente insolita.
L’ex Panetteria di via Solari è situata nel quartiere operaio realizzato dalla Società Umanitaria nel 1909, quando vennero eretti dodici fabbricati residenziali per un totale di 214 appartamenti di diverse combinazioni che vennero subito occupati da circa 1200 persone. Il progetto fu ideato da Giovanni Broglio – denominato l’architetto dei poveri – secondo criteri di edilizia popolare all’epoca innovativi, che prevedevano servizi igienici privati e collegamenti per gas ed elettricità indipendenti, dotazioni economicamente inavvicinabili per la classe operaia di quegli anni. Gli inquilini potevano contare su un asilo Montessori, una biblioteca e un sede dell’Università popolare.
Tra gli spazi in condivisione c’erano un piccolo teatro e una bocciofila. Tutte strutture e iniziative che hanno ceduto all’usura – e per certi aspetti alla rovina – nel corso del tempo. L’asilo è stato chiuso negli anni ’70 e di tutti gli spazi comuni sono utilizzati solo l’ex Panetteria – riaperta lo scorso anno – e, saltuariamente, la bocciofila. Il Comune ha previsto tuttavia importanti lavori di ristrutturazione che dovrebbero riportate l’Umanitaria al decoro originario.
Gli inquilini dell’Umanitaria e degli altri edifici in un quartiere allora considerato di estrema periferia nella mappa della città, erano impiegati in gran parte come operai in fabbriche quali la Riva Calzoni, l’Ansaldo, la Osram, la Max Mayer, la Nestlé, per citare le più note. Ma erano fiorenti anche le attività artigianali, molte delle quali – chissà perché – specializzate nella lavorazione del vetro. Un nome su tutti: le Vetrerie di Luigi Fontana da cui ebbe poi origine Fontana Arte. Ora negli spazi originariamente occupati dalle fabbriche e dagli uffici amministrativi, si sono insediati i grandi nomi della moda come Armani, Diesel, Della Valle, Fendi, Zegna e Moncler ma anche i laboratori della Scala, con sale prove, scenografie e sartorie e il Superstudio.
Industriali imprenditori e quelle che un tempo si definivano rispettosamente maestranze hanno lasciato il posto a designer, stilisti e a professionisti del settore della creatività. Un’ennesima testimonianza dell’incessante attività che anima Milano e che ne perpetua il dna innovatore… tuttavia fa un certo effetto apprendere che a poche centinaia di metri, in via Papiniano, proprio dove ora c’è un supermercato dell’Esselunga aveva sede fino al 1931 il Macello Pubblico con il mercato ubicato dove ora c’è Parco Solari.
Il giro turistico per gli abitanti del quartiere è proseguito poi in via Forcella, dove abbiamo visitato i lussuosi spazi ricavati dalla ristrutturazione di quella che un tempo era una fabbrica di profumi. I proprietari hanno spostato gli impianti produttivi a Lodi affidando all’architetto Luciano Colombo le opere di ristrutturazione che hanno portato alla realizzazione prima del Centro Congressi Magna Pars e poi dell’albergo a cinque stelle.
La passeggiata si è conclusa alla Galvanoteca Bugatti in via Gaspare Bugatti 7, nell’ex fabbrica Barattini. Dal 1923 a meta degli anni ’80 vi si producevano impianti di cromatura, bagni di nichelatura, zincatura e bagni alcalini per le industrie automobilistiche e dei mobili in metallo. Messa in crisi dalla diffusione della plastica e da nuove norme relative all’inquinamento e allo smaltimento dei metalli, la fabbrica fu ceduta a terzi prima che le attività fossero definitivamente trasferite fuori Milano. Le strutture dismesse sono state in seguito recuperate da Brunella Barattini che, con la consulenza dell’architetto Luigi Caccia Dominioni e dell’ingegnere Achille Bossi Restelli, ha realizzato la Galvanoteca Bugatti, un grande spazio espositivo destinato a ospitare mostre d’arte, allestimenti design e presentazioni moda.
Molto belle le sale dell’ex complesso industriale che si snodano intorno a un cortile dominato dagli inconfondibili silos color rosso minio su cui si affacciano la Sala con le colonne di ghisa, la sala da ballo – un tempo magazzino, poi sala prove dell’etoile Alessandra Ferri – i vecchi laboratori di chimica e il Bar Bugatti. Qui, con un aperitivo offerto da Roberta Barattini che con la madre Brunella si occupa della conduzione del complesso, si è conclusa la bella mattina nel segno della scoperta dell’arte nella nostra città.
Saperne di più
Art in the City è un osservatorio incentrato sull’arte come agente di trasformazione urbana, all’interno del progetto Dencity.
Dencity è un progetto finanziato da Fondazione Cariplo in partnership con Dynamoscopio e Cooperativa Sociale A77, con l’obiettivo di creare una multiforma partecipata per la valorizzazione del paesaggio culturale in una prospettiva di radicamento territoriale, di presa sociale e di sviluppo economico, ideato per le tre aree di zona 6, fra loro molto diverse: il quartiere Giambellino-Lorenteggio, l’area Solari-Savona-Tortona e la zona Parco Teramo-Barona. http://www.dencity.info
Connecting Cultures è un’associazione culturale no profit fondata a Milano nel 2001 da Anna Detheridge, saggista e teorica delle arti visive. L’associazione parte da una definizione inclusiva della cultura e da un approccio metodologico interdisciplinare fondato sulla ricerca azione. Lavora con artisti, designer, architetti, performer e il pubblico. http://www.connectingcultures.info
Museo Lab 6 – Milano Sud Ovest è una libera associazione, nata nel 2012, per la cura, la tutela e la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale della Zona 6, attraverso il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini, secondo la moderna concezione di museo “diffuso”. http://www.museolab6.com
3 Comments
lovelymilano
16 Ottobre 2014 at 16:17Peccato non averlo saputo prima, mi sembra molto interessante. Per fortuna il tuo post fa venire una gran voglia di essere presenti l’anno prossimo, nella speranza che organizzino nuovamente una passeggiata! 😉
paolabaronio
16 Ottobre 2014 at 18:13Segui il sito (il link in fondo all’articolo) o la pagina Facebook di Connecting Cultures: le loro iniziative sono sempre interessanti e particolari. Ciao!
lovelymilano
17 Ottobre 2014 at 15:52Fatto! Grazie 😉
Ciao!!