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Fashion As Social Energy, in mostra la moda come non l’avete mai vista

Fashion as Social Energy_Jaarsma

Fashion as Social Energy, Jaarsma, The Pecking Order

La mostra che apre il 29 maggio a Palazzo Morando è un piccolo gioiello. Si chiama Fashion as Social Energy e interpreta il rapporto tra arte e moda, due forme creative che dialogano da sempre e che da sempre sono oggetto di reciproche contaminazioni. Un tema che non era mai stato affrontato in un’esposizione prima in Italia e che Fashion as Social Energy ha la particolarità di proporre con esiti sorprendenti, a tratti provocatori, spesso addirittura spiazzanti.
Il percorso della mostra si svolge attraverso le opere di 14 artisti internazionali tra i più sensibili alle trasformazioni in corso nella contemporaneità.
Le curatici Anna Detheridge e Gabi Scardi hanno scelto di rinunciare  al contributo dei fashion designer per restringere il contesto al piano delle forme e dei simboli, permettendo così al visitatore di cogliere con grande evidenza l’energia emanata dalle opere d’arte in mostra, un’energia che porta alla luce le pulsioni, i desideri, le ansie, le ossessioni relative al mondo in cui viviamo.


Gli artisti di Fashion as Social Energy affrontano i grandi temi del nostro presente  –  la mobilità e la migranza, l’ibridazione etnica, i meccanismi del potere, la necessità di comunicazione e di interconnessione tra gli individui, il senso di appartenenza a una comunità –  attraverso il loro rapporto con gli abiti, il tessuto, la moda.  Lo fanno attraverso installazioni video, vestiti e immagini fotografiche, costumi e oggetti legati al vestire.
Sono abiti di oggi, che ci raccontano come è la nostra vita oggi. Abiti che vengono indossati e che possono trasformarsi in riparo dai crolli economici come le tende Dome di Lucy Orta, in mezzi di espressione teatrale e di dichiarazione contro i pregiudizi come il progetto Vestimi di Wurmkos e Bassa Sartoria, o di protesta sociale come i copricapo di carta Io in Testa di Luigi Coppola e Marzia Migliora.

Sono abiti che racchiudono il racconto di tante storie, come le giacche di Claudia Losi realizzate con il contributo di Antonio Marras recuperando le stoffe che componevano la sagoma in grandezza naturale di una balena itinerante. O sono tessuti prodotti dal lavoro incessante e all’aria aperta dalle migliaia di individui nel distretto di Mumbai e ripresi dalla coreana Kimsooia.

Sono le pezze che avvolgono la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto per rappresentare la caducità della bellezza e il consumismo spazzatura. Le divise simil nazi di Otto von Bush che per esprimere la sua visione sul sistema della moda e i suoi meccanismi dittatoriali di comunicazione ha prospettato l’esistenza di una fantomatica Fashion Police guidata da Karl Lagerfeld. Se ne adonterà il potentissimo stilista di Chanel e Fendi? Non è questa la preoccupazione di un artista. Il suo compito –  anche nella relazione con il sistema della moda, così influente grazie all’attività di suggestione esercitata sull’immaginazione  dei suoi consumatori e così potente per le masse di denaro in grado di muovere e di investire – è quello di darci la narrazione concentrata  di un fenomeno, di scuoterci, di farsi portatore di un pensiero innovativo. Di farci meditare sulla necessità dell’esistenza della cultura e del suo irrinunciabile contributo per la realizzazione del progresso e quindi per la possibilità di un nostro futuro.

Fashion as Social Energy, Ra di Martino

Fashion as Social Energy, Ra di Martino

E magari di farci anche sorridere, come succede guardando l’attore Filippo Timi, Lou Reed “de noartri” tra le mutande in vendita al Mas di Roma. Di cosa si tratta? Del video di Ra di Martino, una delle tappe del percorso di Fashion As Social Energy. Per scoprirla c’è tempo dal 29 maggio al 30 agosto a Palazzo Morando, nel cuore del Quadrilatero della moda.

Gli artisti in mostra: Luigi Coppola e Marzia Migliora, Rä di Martino, Mella Jaarsma, Kimsooja, Claudia Losi, Lucy+Jorge Orta, Maria Papadimitriou, Michelangelo Pistoletto, Kateřina Šedá, Nasan Tur, Otto von Busch, Wurmkos e Bassa Sartoria, Andrea Zittel.


Fashion As Social EnergyFASHION AS SOCIAL ENERGY
Palazzo Morando, Costume Moda Immagine
Via Sant’Andrea 6
Orari apertura: Martedi-Domenica h. 9-13, 14-19.30. Giovedì h. 9-13, 14-21.
Prezzo del biglietto intero: Mostra+Museo 10 euro. Informazioni sulle riduzioni sul sito ufficiale

La mostra è stata realizzata da Connecting Culturesun’agenzia di ricerca non profit con sede a Milano, fondata da Anna Detheridge, attiva nell’ambito delle arti visive. Inizia la propria attività nel 2003 con la mostra “Arte pubblica in Italia: lo spazio delle relazioni” inaugurata a Biella presso Cittadellarte. Cura progetti pubblici che accompagnano la rigenerazione del territorio e la formazione interdisciplinare. Attualmente è impegnata in un progetto culturale multidisciplinare dedicato al tema della moda etica e consapevole. Il primo importante appuntamento è rappresentato da out of fashion, masterclass di alta formazione sulla cultura della moda consapevole, etica e innovativa, in partnership con realtà di prestigio quali London College of Fashion e Fondazione Gianfranco Ferré. La mostra Fashion as Social Energy è il secondo appuntamento di questo importante progetto di ricerca.

 

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