Sono reduce da due giornate al mercato comunale del Lorenteggio, dove con alcuni degli stilisti e artigiani del corso di moda etica e sostenibile out of fashion a cura dall’associazione Connecting Cultures, abbiamo allestito l’Atelier di out of fashion, un temporary store di creazioni di moda artigianale, realizzate in tessuti biologici, tinture naturali, tecniche di refashion o di riciclo.
Un’esperienza bella e intensa, che mi ha insegnato come la moda possa essere mezzo di comunicazione e conoscenza, capace di attivare scambi e relazioni. Insieme alla foto con i commercianti del Mercato, infatti uno dei momenti più significativi dei miei due giorni all’Atelier è stato l’incontro con Ulla, conosciuta tra le creazioni esposte: i gioielli in materiali di riciclo di Rosalba Rombolà, le stole di seta di L.L., le bluse in cotone biologico con tinture naturali di CLUEtoWear, le giacche e le pochette hand made realizzate attraverso il processo di refashion di Ilaria Ragusa e del suo marchio LaMafalda l’avevano affascinata.
Ulla, bella signora dal portamento di ragazza, provava i capi, apprezzando la qualità e la grafica delle sete. Dopo un simpatico scambio di battute stimolate dalla comune passione per la moda, mi ha invitato a casa sua: voleva che assaggiassi a tutti i costi il gelo d’anguria del giovane in sua compagnia, un architetto siciliano impegnato nel progetto di riqualificazione delle periferie delle città italiane ideato da Renzo Piano.
Mi sono quindi trovata in un salottino blu ad assaporare il dolce – davvero delizioso – servito su bei piatti decorati, mentre Alberto, così si chiama l’architetto, aiutava lavando diligentemente i piatti nel minuscolo cucinino. La finestra del soggiorno tappezzato di quadri, con suggestive foto in bianco e nero, collezioni di vetri blu e tanti libri, incorniciava la vista di un piccolo, delizioso balcone pieno di fiori. Un’oasi di decoro e bellezza – resistenza umana? – al quinto piano senza ascensore di uno degli edifici più fatiscenti di via Lorenteggio. Ho scoperto poi che Ulla Manzoni è molto conosciuta nel quartiere. Collabora con la Caritas e, grazie al suo costante impegno nella comunità, gode di rispetto unanime. Mi racconta di essere una delle pochissime inquiline che pagano l’affitto, il resto degli appartamenti, molti con porte o finestre murate, sono occupati.
Sono state belle e intense le due giornate che l’Atelier di out of fashion ha vissuto al mercato di Lorenteggio. Belle perché la comunità che si è creata intorno a Connecting Cultures ha avuto un’ulteriore conferma della bontà del progetto di diffondere una cultura della moda che oltre al bello, si fondi sui valori del giusto e del pulito.
L’ iniziativa ha potuto contare sulla collaborazione di Dynamoscopio, l’associazione leader del progetto Dencity che interessa tre aree del distretto di Zona 6 (Giambellino-Lorentegggio, Solari-Savona-Tortona e Barona-Parco Teramo) di cui i corsi di out of fashion sono parte.
Belle, perché le creazioni portate dai nostri stilisti erano oggettivamente particolari e disegnati con linee pulite, pensate per favorire la massima vestibilità ed esaltare lo stile di tutte le donne.
Bella, anzi fantastica, è stata la reazione dei commercianti del mercato del Lorenteggio che hanno accolto con simpatia la nostra presenza di compagni di “banco”: dal mitico Vito e la sua rinomata macelleria equina, al collega macellaio e nostro vicino Carlo, da Susanna della panetteria nostra dirimpettaia, al fruttivendolo Rino, a Claudio della salumeria.
Ci hanno aiutato in tutti i modi: prestandoci scope, spazzettoni e palette per le pulizie, segnalando la nostra presenza alle amiche, portandoci le cibarie alla nostra postazione quando non potevamo assentarci dall’Atelier. E hanno simpaticamente posato con noi nella foto ricordo scattata dal fotografo Duilio Piaggesi, altro narratore di storie e di eventi che si svolgono nel quartiere di Lorenteggio.
E belli sono stati i sorrisi, le parole di incoraggiamento, gli apprezzamenti che abbiamo raccolto delle donne che, anche in un weekend caldissimo – e la prima giornata di saldi a Milano! -, sono entrate nel mercato ed hanno inaspettatamente trovato uno spazio dedicato alla moda.
Abbiamo tutti un gran bisogno di bellezza, soprattutto nei luoghi dove è più forte il senso di abbandono. La bellezza ci porta a sorridere, a scambiare sguardi, parole, pareri e confidenze. La comune passione per le cose belle ha creato un legame di simpatia tra me e Ulla e mi ha portato nella sua casa a condividere un dolce offerto da un giovane architetto siciliano che cerca di capire i bisogni ma anche le aspirazioni e i sogni della gente di questo quartiere milanese. Con l’Atelier di out of fashion si è aperto un canale, un dialogo con le donne e gli uomini del Lorenteggio. Ci hanno invitati a tornare, portando ancora la nostra moda al mercato. E’ stata la nostra soddisfazione più grande. Ci saremo ancora, e presto.
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