La rigenerazione di un quartiere può partire da un mercato. Un mercato speciale, dove accanto alle attività dei commercianti alimentari è stata allestita una libreria condivisa, dove vengono svolti corsi dell’arte dell’uncinetto, dove ha sede un’associazione culturale impegnata nei campi dell’antropologia e delle politiche urbane, dove opera da un anno il gruppo di lavoro di un architetto di fama mondiale convinto che il futuro delle città cominci dalle periferie. C’è tanta roba in ballo quando si parla del mercato comunale di Lorenteggio, uno spazio di commercio popolare, fondato nel 1954, che ha rischiato tre anni fa di morire per fare spazio a una catena di un discount e che sabato 7 novembre ha festeggiato la sua rinascita presentandosi come un luogo di commercio ma anche come punto di incontro, di scambio e di iniziative sociali e culturali del quartiere Giambellino Lorenteggio.
Un quartiere storico, problematico e complesso che nei prossimi mesi sarà oggetto del più importante progetto di riqualificazione urbana sulla periferia di Milano. Verranno infatti stanziati da Regione Lombardia, Comune e Aler 85 milioni di euro per interventi di ristrutturazione che riguarderanno le case e gli spazi comuni del quartiere, come il Mercato, la Casetta Verde e la Biblioteca. Oltre agli interventi strutturali, è previsto anche il finanziamento di progetti di sostegno ai soggetti più deboli e l’apertura di laboratori di partecipazione e formazione.
Le iniziative sono state annunciate proprio al mercato di Lorenteggio dagli assessori alla Casa Daniele Benelli e di quello all’Urbanistica Alessandro Balducci che con il collega al Commercio Franco D’Alfonso sono intervenuti oggi alla inaugurazione del mercato. A fare gli onori di casa Erika Lazzarino di Dynamoscopio, l’associazione no profit impegnata in prima linea e accanto al Consorzio dei Commercianti di Lorenteggio nel progetto di rigenerazione del mercato e quindi del quartiere.
Non a caso Dynamoscopio è stato scelto come interlocutore da G124, il gruppo di lavoro ideato dall’architetto Renzo Piano. Convinto che le periferie rappresentino il futuro delle città, Piano ha avviato in tutto il Paese un progetto di studi a “rammendo”, vale a dire piccoli interventi di riparazione e conservazione delle strutture e realtà esistenti, senza necessità di attività demolitrici e quindi largamente fattibili con finanziamenti limitati. L’attenzione di Piano per il 2015 è caduta sul Giambellino, l’unico dei quartieri di edilizia popolare di Milano a non avere avuto manutenzione da settant’anni.
Quattro giovani architetti (retribuiti con lo stipendio da senatore a vita di Piano) coordinati da due tutor hanno esplorato ogni angolo del quartiere per un anno, controllato le condizioni di ogni casa, le cantine, le tubature, i balconi, le strutture abitative, i cortili e gli spazi comuni. Hanno ascoltato gli abitanti, sono entrati nelle loro abitazioni condividendo la quotidianità della vita del quartiere, le sue notissime criticità ma anche le tante potenzialità per innescare un ciclo virtuoso di rigenerazione. Alla fine hanno consegnato uno studio di fattibilità che prevede migliorie e riparazioni nelle strutture comuni già esistenti con l’ideazione di percorsi pedonali nel quartiere che colleghino le diverse aree pubbliche e “aprano” i cortili delle case dell’Aler liberandoli dalle barriere.
I temi fondamentali del progetto sono parte di un manuale dal titolo “Piccoli consigli per il rammendo: riparare, mantenere e abitare in periferia” che i giovani ricercatori di Renzo Piano hanno consegnato agli abitanti del quartiere.
Prima di congedarsi dall’esperienza al Giambellino, G124 ha realizzato il primo (e per ora unico) intervento sul mercato di Lorenteggio: l’apertura di un nuovo ingresso attraverso la demolizione di un muro e la realizzazione di una pedana esterna per attività sociali arredata con piani, sedute e contenitori per piante aromatiche.
Uno spazio che si è prima popolato di bambini accorsi a vedere lo spettacolo di marionette e poi è stato l’ennesimo luogo di incontro degli architetti con la popolazione. Per l’occasione c’erano giornalisti, telecamere, vari rappresentati di Zona 6, docenti del Politecnico, tre assessori e tanti politici (le elezioni comunali si avvicinano…). Non succede spesso da quelle parti di avere i riflettori puntati: finora il sentimento più condiviso in quella zona del Giambellino è stata una sensazione di abbandono da parte delle autorità.
Per il mercato di Lorenteggio, i suoi commercianti, i giovani di Dynamoscopio e di G124, gli abitanti più attivi e partecipi del quartiere, sabato 7 novembre è stato un giorno importante, nel quale dare forma al progetto di rigenerazione al quale lavorano con tanto impegno. Ora sta alla politica decidere che il progetto prenda il volo e che non rimanga un sogno.
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