Prima di leggere e amare Atlante degli Abiti Smessi ho conosciuto Elvira Seminara, la sua autrice. Ho visto i suoi guanti di punk di pizzo nero, il giacchino rétro, la collana ecru decorata con i bulloni di metallo, ho sorriso alla sua “Gonna che visse due volte”, cucita e “scritta” da lei. Ho ascoltato il timbro della sua voce mentre leggeva frammenti del racconto, il ritmo musicale delle parole scandite con una precisione che mi ha ricordato il lavoro dell’ago delle ricamatrici intorno all’ordito. Mi sono lasciata conquistare dalla storia della sua protagonista in fuga, dalla suggestione di un guardaroba sospeso tra Firenze e Parigi, da sentimenti custoditi e inventariati, come i vestiti in un armadio.
Elvira Seminara – giornalista, scrittrice, docente di giornalismo, artista pop – è un’affabulatrice nata e ha incantato, con me, le tante donne convenute alla presentazione milanese dell’Atlante degli Abiti Smessi all’atelier Tulilé.
Elegantissima nei suoi abiti e nei gioielli che reinventa utilizzando materiali di riciclo, ha alternato citazioni colte ad aneddoti, si è raccontata con sincerità e ironia, ha scambiato informazioni ed esperienze con tutte le donne presenti, ha firmato le copie acquistate del suo libro scrivendo per ognuna una dedica personale. Una donna molto piacevole, acuta, curiosa, esperta nell’arte della parola ma anche in quella dell’ascolto. Abbiamo chiacchierato a lungo dopo la presentazione scoprendo interessi e sensibilità comuni, ci siamo promesse di incontrarci in una delle prossime occasioni che la porteranno in giro per il suo libro.
Ho iniziato a leggere l’Atlante degli abiti Smessi con la prospettiva di un lungo weekend di riposo. Mi sono accoccolata sul divano con una tazza di te, le gambe avvolte nella mia copertina preferita e, dopo pochissime righe, sono entrata nella vita, nei sentimenti, nel guardaroba di Eleonora. Ci sono rimasta quasi due giorni, il tempo che mi ci è voluto per leggere, assaporare, meditare, segnare con i miei post-it gialli, le parole che Eleonora scrive alla figlia nel suo soggiorno a Parigi.
Eleonora è fuggita dalla casa di Firenze lasciando a Corinne il suo guardaroba, quanto ha di più caro, il regno dei suoi vestiti. È in fuga dal silenzio che è calato tra loro dopo la morte del marito, un silenzio assordante che la spinge a isolarsi lontano. Trova rifugio in un appartamento ammobiliato, nella solitudine di giornate intervallate dall’osservazione silenziosa del cortile, dei vicini incontrati davanti alla portineria, del parco che vive sotto le finestre di casa. Lì Eleonora inizia a scrivere alla figlia l’inventario sentimentale del suo guardaroba, dove ogni vestito è il racconto di un’esperienza, una gioia, un fallimento. Ci sono vestiti rossi e sexy, vestiti compassionevoli, “vestiti elfi che rispuntano beffardi come niente fosse”, vestiti di nebbia, di velo… decine e decine di abiti, attraverso i quali la donna ricostruisce la mappa di un’esistenza e dei suoi sentimenti: l’amore rassicurante per il marito, la tenerezza complice eppure rispettosa per la figlia, la passione per il giovane amante, le fasi del disamore, lo smarrimento e l’abbandono.
Un racconto costruito attraverso i frammenti degli abiti e i ricordi di spezzoni di vita, tenuti insieme dal filo di una scrittura perfetta, minuziosa, che avvolge il lettore dalla prima all’ultima pagina. Atlante degli Abiti Smessi è un libro molto bello, al quale si continua a pensare per giorni dopo che, a malincuore, si è arrivati a leggerne la fine.
Atlante degli abiti smessi, Elvira Seminara, Einaudi, 2015, pp. 184, 17 euro.
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VirginiaMcFriend
18 Dicembre 2015 at 10:05Sembra bellissimo, questo libro! Grazie!
E poi, è proprio vero che certi oggetti parlano di noi, a volte anche meglio di come potremmo fare noi stessi 🙂
paolabaronio
18 Dicembre 2015 at 10:36La protagonista del libro, così come la sua scrittrice, credono che le cose che hanno abitato le nostre esistenze assumano poi una vita propria. Per questo, come per i sentimenti, vanno conservate con cura, rammendate, riparate.
VirginiaMcFriend
18 Dicembre 2015 at 10:37Mi stai incuriosendo tantissimo!!!! *____*
paolabaronio
18 Dicembre 2015 at 10:38È’ un libro molto bello e di grande intensità. A me è piaciuto tantissimo.
VirginiaMcFriend
18 Dicembre 2015 at 10:39Sarà la mia prossima lettura sul comodino, mi sa. Ti faccio sapere poi 😉
iriseperiplo
17 Dicembre 2015 at 14:57Ciao! Ho un tag per te 🙂 https://iriseperiplo.wordpress.com/2015/12/17/il-meglio-del-2015-tag/
paolabaronio
18 Dicembre 2015 at 11:37Grazie ragazzi, siete carinissimi ma non riesco a stare dietro a tutta questa faccenda dei Tag. :-). Siete bravissimi e mi fate sempre sorridere. Alla prossima!
orlando778
16 Dicembre 2015 at 8:01Cara Paola.Mi sa tanto che hai fatto centro.Lo leggo sicuro.Baci:-)
paolabaronio
16 Dicembre 2015 at 8:26Ciao Mirna, è davvero un bel libro. Ideale per le vacanze.