A Milano è in programma una mostra molto speciale che consiglio a tutti di vedere: Women: New Portraits. 36 ritratti di grandi donne eseguiti da quella che è una delle più famose fotografe del mondo, Annie Leibovitz. Una mostra che vale la pena di vedere per le bellissime fotografie, l’ambientazione in uno spazio poco noto di Milano ma molto suggestivo, l’ispirazione che sottende a tutto il progetto e che ha dato vita a iniziative legate all’evento particolari e significative.
Per chi non la conoscesse, Leibovitz è l’autrice dello scatto che ritrasse per l’ultima volta John Lennon – nudo, abbracciato a Yoko Ono – poche ore prima di essere assassinato sotto casa o dei ritratti esclusivi della regina Elisabetta in occasione del suo 90° compleanno.
Nel corso di una carriera iniziata negli anni ’70 come fotoreporter della rivista Rolling Stones, proseguita con collaborazioni con Vogue e Vanity Fair, Leibovitz ha documentato con i suoi ritratti la cultura popolare della nostra epoca realizzando molte pubblicazioni, mostre che sono state esposte in tutto il mondo, ricevendo premi e riconoscimenti internazionali.
L’esposizione, commissionata dal gruppo bancario svizzero UBS, è stata inaugurata il 9 settembre 2016 presso gli spazi di Fabbrica Orobia 15 – zona sud di Milano, vicino alla Fondazione Prada – e resterà in programma fino al 2 ottobre, come tappa di un tour globale che tocca 10 città.
Gli scatti riprendono un progetto iniziato con “Women“, una raccolta di ritratti pubblicata nel 1999. Leibovitz la realizzò con la collaborazione della scrittrice americana Susan Sontag, scomparsa nel 2004 e compagna di vita della fotografa. Sontag l’aveva definita un lavoro in divenire e infatti “Women: New Portraits” riflette i cambiamenti del ruolo della donna nella società contemporanea e, nel corso del prossimo anno, andrà a costituire un’unica opera composta da molteplici scatti.
Le nuove fotografie ritraggono artiste, musiciste, amministratrici delegate, scrittrici e filantrope che hanno conseguito risultati eccezionali. Alcune sono molto note come la giovane pachistana e premio Nobel per la Pace Malala Yousafzai, o Aung San Suu Kyi – diventata leader della Birmania dopo vent’anni agli arresti domiciliari – le musiciste Adele e Patti Smith, la tennista Serena William, l’attrice premio Oscar Lupita Nyopng’o, la top model Natalia Vodianova, la direttrice di Vogue USA Anna Wintour o Caitlyn Jenner, atleta de decathlon e padre di sei figli prima di cambiare sesso.
Ma forse i ritratti più intensi riguardano donne che hanno lasciato il segno nel campo dei diritti umani, come la coraggiosa avvocatessa messicana Andrea Medina Rosas, l’operatrice pediatrica nella lotta all’AIDS africana Denise Manong fotografata con la figlioletta Linamandia, l’antropologa e primatologa Jane Goodall. Stupendo il ritratto di Misty Copeland, prima ballerina afroamericana promossa solista nell’American Ballet Theatre e il più citato dai media tra le immagini dell’esposizione.
Annie Liebovitz ha seguito tutta la realizzazione della mostra, curandone ogni dettaglio: dalla scelta dello spazio espositivo, alla posizione delle fotografie, alla disposizione delle sedie davanti alle opere. Come per le altre sedi del tour, anche per Milano ha voluto un contesto abbandonato, in quella che è una sua personale dichiarazione d’amore per i luoghi dimenticati. Ha scelto l’ex fabbrica Orobia – dove un tempo si producevano lampadine – una struttura di grandissimo fascino, vuoi per gli spazi immensi lasciati allo stato originale, vuoi per l’allestimento della mostra che prevede anche un’area dedicata alla consultazione e alla lettura di libri di fotografia con tavolini, lampade e accoglienti divani.
L’effetto complessivo è suggestivo e straniante, un vero colpo d’occhio che sorprende il visitatore non appena varcata la soglia avvolta dalle piante rampicanti dell’ingresso. Le fotografie sono di dimensioni ridotte, fissate con semplici puntine da disegno sopra una lunga tavola di sughero. Accanto ai nuovi ritratti, sono affissi anche lavori della prima edizione. L’impianto è complessivamente scarno ma viene tuttavia compensato dalla presenza di grandi schermi dove vengono proiettati i ritratti di altre icone della nostra epoca: dalla regina Elisabetta a Zaha Hadid, ad Angela Merkel. Insomma, una mostra intensa e spettacolare, che affascina e coinvolge il visitatore: se ne avete la possibilità, un evento da non perdere. L’esposizione è aperta tutti i giorni, con ingresso gratuito.
Se tuttavia volete regalarvi un’esperienza particolare, vi consiglio di visitare “Women: New Portraits” il martedì e il giovedì a partire dalle 18.30 in occasione delle visite guidate di “Empowering Women: Intercultural Meetings” curate dall’associazione no profit Comunità Nuova con la collaborazione di Connecting Cultures, agenzia di ricerca nell’ambito delle arti visive.
Sette donne provenienti da Paesi diversi e con differenti vissuti di migrazione illustrano le opere delle mostra attraverso il racconto delle loro storie personali. Geanina, Lilly, Miriam, Sara, Bahija, Adjia e Nadia provengono dalla Romania, dall’Etiopia, dall’Algeria, dal Senegal, dal Marocco, dalla Macedonia.
Hanno tutte storie forti dietro alle spalle e un presente che, si intuisce, non è facile. Ma soprattutto sono appassionate di arte, preparate, curiose, affamate di cultura. Sono donne e sentono con le donne che hanno scelto di raccontare un legame di sorellanza, un sentimento che le unisce in tutto il mondo e in ogni condizione – siano esse star famose, ambasciatrici, attiviste politiche – e al quale Annie Leibovitz, con la sua mostra, ha dato un’altra volta voce.
Vedere la bellezza di Lupita Nyong’o – nata in Messico, cresciuta in Kenya, attrice in America – attraverso gli occhi di Lilly – nata in Etiopia, cresciuta in Somalia, operatrice turistica in Italia – o cogliere il sentimento della maternità nello sguardo dell’antropologa Jane Goodall attraverso le parole ispirate di Esmeralda o ancora il coraggio dell’avvocatessa messicana che difende le donne dai soprusi degli uomini e dalle mafie locali attraverso la testimonianza di Gianina, reduce da una separazione difficile porta una comprensione della mostra e della sua ispirazione davvero profonda ed emozionante. Se tra i compiti dell’arte c’è anche quello di generare incontri, Annie Leibovitz si conferma una vera artista.
WOMEN: New Portraits
Annie Leibovitz
Fabbrica Orobia 15
Via Orobia 15, Milano,
9 Settembre – 2 Ottobre 2016
Apertura: dal lunedì alla domenica ore 10-18, venerdì fino alle ore 20
Ingresso LIBERO
‘Empowering Women: Intercultural Meetings’
15, 20, 22, 27, 29 settembre 2016
h.18.30 – 20.30
Massimo 25 partecipanti per visita. Prenotazione obbligatoria.
Per prenotazioni: Tel. 02 89 181 326, Email: info@connectingcultures.info
#WOMENxUBS di #AnnieLeibovitz
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2 Comments
milesweetdiary
26 Settembre 2016 at 12:03Grazie davvero!
orlando778
21 Settembre 2016 at 12:35Sicuro che ci andrò, bellissimo. Baci cara:-)