È rimasto per sempre giovane Jean Michel Basquiat, l’artista afroamericano in mostra al Mudec dal 28 ottobre al 27 febbraio 2017. E ci ha lasciato intatte la sua energia e la sua inquietudine, la rabbia e la ribellione, il suo sguardo da artista maledetto e un talento enorme che, nei giudizi dei critici dell’epoca, lo fece paragonare a un Picasso nero. Un talento che non lo protesse da una vita difficile conclusa con la morte per un’overdose di eroina a soli 27 anni nel 1988. Nonostante la scomparsa prematura è uno dei protagonisti del secolo che abbiamo appena lasciato, trasmettendoci il senso di profonda inquietudine che caratterizzò la New York degli anni ’80: la grande effervescenza creativa ma anche il degrado, la diffusione della street art e il perdurare delle differenze sociali e razziali, la celebrazione degli artisti come pop star ma anche la diffidenza verso il diverso.
L’arte di Jean Michel Basquiat nacque dalla strada, si manifestò attraverso i graffitti sui muri e nei cortili o sulle pareti degli appartamenti degli amici e poi si affermò nelle gallerie fino a lanciare il ragazzo nero autodidatta in una dimensione da star. Basquiat nei suoi ultimi anni vestiva Giorgio Armani e girava con le tasche piene di rotoli di dollari, era amico di stelle della musica come Madonna ma viveva un profondo disagio che lo condusse all’isolamento e alla morte in solitudine in un appartamento pieno di libri.
Il Mudec gli rende omaggio con una rassegna di 140 lavori realizzati tra il 1980 e il 1987. La mostra, prodotta dal Comune di Milano con 24 Ore Cultura, è curata da Jeffrey Deitch – amico dell’artista ed ex direttore del MOCA di Los Angeles – e da Gianni Mercurio, già curatore della retrospettiva alla Triennale dedicata a Basquiat nel 2006.
L’esposizione accosta opere di grandi dimensioni, disegni, foto, collaborazioni con l’amico Andy Warhol e una serie di piatti di ceramica nei quali, con ironia, Basquiat ritrae personaggi e artisti di ogni epoca. Molte delle opere provengono da Yosef Mugrabi, il più importante collezionista dell’artista newyorchese che iniziò ad acquistarne i quadri quando Basquiat era ancora in vita. Una raccolta di enorme valore, se si calcola che recentemente un dipinto del 1982, The Devil, è stato acquistato da un collezionista giapponese per 60 milioni di dollari.
Il percorso della mostra è cronologico e proposto attraverso i luoghi dove si è svolta l’evoluzione artistica di Basquiat, ricostruendone il contesto ambientale, sociale e culturale. Dalle strade di New York dove si firmava con il nome di SAMO, alla prima esposizione personale a Modena organizzata dal gallerista Emilio Mazzoli. Dai lavori più iconici realizzati in Prince Street nel seminterrato della galleria di Annina Nosei, al loft di Crosby Street dove lavorava con il televisore acceso, ispirato dai programmi dei cartoni animati. Dallo spazio di Great Jones Street messogli a disposizione dall’amico Andy Warhol, allo studio di Warhol a Union Square dove, su proposta del gallerista di Basquiat Bruno Bischofberger, vennero realizzati con lo stesso Warhol e Francesco Clemente i famosi Collaboration Paintings, nei quali un artista interveniva sul lavoro dell’altro come nella session di un concerto jazz.
La mostra offre al visitatore un’esperienza di forte impatto. Si lascia il Mudec colpiti dall’inquieta energia di Basquiat, dalla la sua rabbia, la sua ribellione, ma soprattutto dal suo talento di artista, capace di mixare l’arte tribale con citazioni di grandi come Picasso, tecniche mutuate dal dripping di Jackson Pollock con l’utilizzo dei più svariati materiali.
Per chi volesse approfondire ulteriormente la conoscenza dell’artista, è in programma la proiezione di 4 lungometraggi in lingua originale e 3 incontri dedicati a Jean‐Michel Basquiat, oltre alla rassegna dal titolo JAZZ & BASQUIAT inserita all’interno di JazzMi, il festival diffuso che si terrà a Milano dal 4 al 15 novembre prossimi. Il calendario sarà a breve disponibile sul sito del museo.
JEAN MICHEL BASQUIAT
Mudec, Museo delle Culture
Via Tortona 56, Milano
28 ottobre 2016 – 26 febbraio 2017
Orari apertura: Lunedì 14.30‐19.30. Martedì, Mercoledì, Venerdì e Domenica 09.30‐19.30. Giovedì e Sabato 09.30‐22.30.
Biglietti d’ingresso singolo intero: euro 12.
4 Comments
milesweetdiary
2 Novembre 2016 at 20:20Come sempre, grazie Paola!
Paola
2 Novembre 2016 at 20:29Grazie a te Mile! Fammi sapere come ti è sembrata la mostra. 🙂
Paola
29 Ottobre 2016 at 16:34Grazie! Ne ho già vista una molto ampia a lui dedicata, ma è un artista interessantissimo. Ho seguito il tuo consiglio e ho visitato Escher solo con l’ausilio delle cuffie, perfetto. Grazie
Paola
2 Novembre 2016 at 20:30Se hai l’occasione di vederla, secondo me ti lascerà molto soddisfatta: è davvero completa.