Keith Haring è diventato famoso per i suoi omini radioattivi ma la mostra che gli rende omaggio a Milano, “Keith Haring: About Art”, ci porta a comprendere un artista che si è spinto ben oltre i confini della street art interpretando al massimo livello lo spirito del suo tempo.
Merito delle dimensioni della retrospettiva in scena a Palazzo Reale, che sono importanti – 110 lavori, molti di grandi dimensioni, alcuni inediti o mai esposti in Italia, provenienti da collezioni americane, europee, asiatiche – e dell’impianto espositivo che permette al visitatore non solo di ammirare la vitalissima energia delle opere di Haring attraverso un allestimento di forte impatto estetico ma anche di conoscere – e apprezzare – la sua formazione culturale e il suo rapporto con la storia dell’arte.
Nel corso della mostra scopriamo quindi che Haring non è stato ‘solo’ uno dei più grandi protagonisti della controcultura della street art ma anche un uomo colto, profondo conoscitore dei linguaggi dell’arte e delle opere dei suoi grandi interpreti nel corso dei secoli.
L’inedito punto di vista proposto dal curatore Gianni Mercurio prevede infatti un percorso espositivo dove i lavori dell’artista americano sono accostati alle opere d’arte che lo hanno ispirato.
La mostra si sviluppa lungo sei sale a tema (Umanesimo; Archetipi, Miti e icone; Immaginario fantastico; Etnografismo; Moderno postmoderno; Performance) dove sono citati i riferimenti culturali e le fonti ispirative con evidenti analogie formali e concettuali: l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, i dipinti del Rinascimento italiano e i bassorilievi dell’archeologia classica, le maschere precolombiane ma anche i calchi della Colonna Traiana, il Giardino delle Delizie di Geronimo Bosch ma anche le opere di Pablo Picasso, Jean Dubuffet, Paul Klee, le tecniche di Jackson Pollock per il Novecento e poi, ovviamente, i cartoon e la Pop Art.
Il visitatore è così invitato a cogliere, nel labirinto a volte giocoso, a volte angosciante dell’alfabeto segnico di Haring, analogie e somiglianze. Un’indagine facilitata dall’utilizzo dell’audioguida che trasmette informazioni sintetiche ma puntuali del contesto sociale, politico e ambientale nel quale si è espressa l’arte e l’esistenza di Haring tra la fine degli anni ‘70 e il 1990, anno della morte dell’artista.
Uno scenario che riporta alla ribalta i protagonisti dell’epoca: una giovanissima Veronica Ciccone, grande amica di Haring, Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol, i galleristi newyorchesi. Ma anche i contesti e i temi dell’epoca: la scoperta dei muri della subway dove vennero creati i primi graffiti, l’abuso di droghe e infine l’Aids, terribile malattia che falciò la comunità di gay e artisti nel quale Haring viveva e che alla fine colpì anche lui, portandoselo via a soli 32 anni.
Uno scenario ricreato nell’ultima sala dell’esposizione, denominata Performance. Qui, oltre al video dell’arresto di un giovanissimo Haring in seguito ai graffiti realizzati nella metropolitana, anche il bellissimo corto dedicato alla realizzazione di Tuttomondo, il dipinto della parete esterna della canonica della chiesa di Sant’Antonio abate e considerato il suo più grande murale in Europa.
È l’ultima opera di arte pubblica creata da Keith Haring prima delle morte che avverrà qualche mese più tardi. Guardatelo: c’è tutta la genialità dell’artista, la sua energia, la sua creatività. E anche la gioia che l’arte porta agli uomini, su questa terra.
KEITH HARING. ABOUT ART
Palazzo Reale
Piazza del Duomo 12
Milano
21 febbraio – 18 giugno 2017
Orari apertura: lunedì 14,30 – 19,30; martedì – mercoledì – venerdì – Domenica 9,30 – 19,30; giovedì – sabato 9,30 – 22,30.
Biglietto ingresso singolo, intero con audioguida gratuita: 12 euro
4 Comments
Paola
14 Marzo 2017 at 17:45Io lo adoro e non vedo l’ora di vederla. Grazie
Paola
15 Marzo 2017 at 8:24Una delle mostre più interessanti a Milano. Da non perdere il video nella sala finale ;-). buona visita!
milesweetdiary
14 Marzo 2017 at 11:28Nel mirino 😉
orlando778
13 Marzo 2017 at 16:52A Pisa molti anni fa vidi la sua mostra, è superlativo. Un abbraccione cara:-)