I gioielli di Elisabetta Carozzi generano incanto e desideri. Viene voglia di toccarli, per sentire tra le dita la trasparenza del vetro, la purezza di forme che sembrano disegnate nell’aria, sospese su sottilissimi fili d’acciaio. Collane che raccontano, in un linguaggio poetico, anche i movimenti dell’acqua.
Gioielli eterei eppure dotati di un forte potere evocativo: li si guarda e ci si sente altrove: rappresi in una goccia di rugiada, tra i ciottoli alla riva di un fiume, insieme ad altre lacrime di pioggia.
Oggetti che prendono il colore di chi li indossa: la luminosità della pelle nuda ma anche le spesse trame di tessuto degli abiti. Gioielli definiti eppure dotati di un’anima cangiante.
Elisabetta Carozzi che li immagina, li disegna e poi li affida al soffio del vetro e alla sapienza di esperti artigiani, li dedica a un pantheon di donne che hanno illuminato il loro e il nostro tempo: la pilota Amelia Earhart ma anche la poetessa Alda Merini, Audrey Hepburn e Josephine Baker, l’architetto Gae Aulenti e la pittrice Frida Kahlo ma anche la coreografa Carlyn Carlsson o la scrittrice Banana Yoshimoto. “Ho immaginato le collane indosso a icòne di ogni tempo: donne che avrei avuto piacere le portassero con sé”, si racconta allo Spazio Kryptos nello speciale allestimento delle sue creazioni durante Milano Fashion Week.
Una collezione ma soprattutto un raccolta di emozioni, denominata Iconica. Un progetto artistico che prende vita da una trentennale esperienza in attività creative nell’ambito della grafica e del design e che porta con sé anche gli incontri di una vita, primo fra tutti con il padre Enrico, pittore. Iconica è nata dall’urgenza di dare un’immagine tangibile a una sensibilità e a un’estetica che erano ormai ben definite e che, una volta riconosciute, hanno generato una creatività effervescente in continua evoluzione. Dopo Milano, la nuova serie di collane che vedete in queste immagini è stata esposta a Ca’ Pisani per Venice Design Week.
La ricerca di forme e di trasparenze vicine all’aria e all’acqua ha portato Elisabetta alla ideazione di ornamenti che non appesantissero il collo delle donne e che, oltre alla versatilità e alla praticità d’uso, comunicassero una leggerezza allegra. Collane fatte da elementi di vetro liberi, che si muovono generando suoni e e tintinnii, attraverso una musicalità che è profondamente femminile.
Come lo è la personalità di Elisabetta Carozzi, una femminilità che si esprime anche nell’affettuosa riconoscenza con la quale evoca le fonti che hanno ispirato la sua creatività: le grandi donne di tutti i tempi e la città di Milano.
Lei ama chiamare le sue collane Gioie Milanesi. “Progettare e creare è una gioia e un piacere prima che un lavoro – dichiara -. Gioie in dialetto milanese è sinonimo di gioiello. Milanesi come omaggio a Milano, a cui sono legata affettivamente per gli incontri che mi ha regalato. Mi piace fotografare le collane addosso alla città e appese al cielo”.
E a noi piace vederle librarsi leggere, per poi posarsi su donne che sognano d’indossare i suoni dell’aria e le forme dell’acqua.
3 Comments
Paola
22 Ottobre 2017 at 0:06Belli e originali!
Elisabetta Carozzi
20 Ottobre 2017 at 22:28grazie
Pendolante
17 Ottobre 2017 at 11:11Bellissime