Ha finalmente debuttato al Mudec di Milano Frida Kalho, Oltre il mito, l’evento dedicato all’artista messicana più famosa e acclamata al mondo. La mostra, che ho avuto la possibilità di vedere nell’anteprima riservata alla stampa, mi è piaciuta molto.
Annunciata già la scorsa primavera con un’imponente campagna promozionale e aperta al pubblico fino al 3 giugno 2018, Frida Kalho, Oltre il mito riunisce per la prima volta in Italia tutte le opere provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection – le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo – con la partecipazione di musei internazionali che hanno prestato alcuni dei capolavori dell’artista messicana mai visti nel nostro Paese.
Sono più di cento opere tra dipinti (una cinquantina) e disegni, oltre a 150 fotografie, lettere e altra documentazione personale dell’artista. Una raccolta e una selezione imponenti al quale il curatore Diego Sileo ha dedicato cinque anni di appassionato lavoro.
Tra i contenuti più preziosi e distintivi della retrospettiva, fonti e documenti inediti svelati nel 2007 dall’archivio ritrovato di Casa Azul (residenza di Frida Kahlo e Diego Rivera a Città del Messico e diventata nel 1958 un museo) che forniscono nuove e più approfondite chiavi di lettura della sua produzione.
L’obiettivo della mostra è esplicitamente dichiarato nel titolo: andare oltre al mito di una biografia leggendaria – definita dal dolore e dalla sofferenza fisica e la sua tormentata relazione con il pittore e compagno Diego Rivera – che ha fatto diventare Frida Kalho negli anni un’icona addirittura pop e riportare l’attenzione sulla sua grande capacità pittorica. “Frida è stata una donna straordinaria ma anche un’artista di grande talento – ha spiegato Sileo -. La conosciamo soprattutto per i suoi ritratti ma basta osservare i fondali dietro alle figure per cogliere la sua capacità di fare emergere i dettagli e i particolari con grande precisione tecnica”.
L’invito della mostra è dunque quello di portare lo sguardo oltre al ritratto, a guardare oltre la sua parabola esistenziale per focalizzarsi sull’arte. Un obiettivo sviluppato attraverso un allestimento che si articola attraverso quattro temi (Donna, La terra, La Politica, il Dolore) nel racconto di Frida Kalho nel suo percorso artistico ed intellettuale: la focalizzazione sulla condizione della donna e il corpo dell’artista stessa, l’identificazione con gli elementi della natura e l’influenza della cultura Atzeca, la passione per la politica nel contesto storico e culturale del suo tempo e infine l’espressione iconografica della sofferenza, attraverso dipinti ed immagini di un fortissimo malessere fisico ed esistenziale
Una narrazione articolata attraverso decine di dipinti – tutti i più famosi – disegni, album fotografici.
E poi gli autoritratti per i quali l’immagine di Frida Kalho è diventata iconica: l’acconciatura raccolta, le sopracciglia folte, gli occhi penetranti, il labbro ombreggiato dalla peluria. Il magnetismo di uno sguardo sfrontato, sensuale, dolente.
Il percorso – dopo uno struggente video dedicato dal George Eastman Museum all’amore di Frida per Diego Rivera – si conclude con le immagini inedite del bagno privato dell’artista a Casa Azul, con le protesi, le grucce, gli strumenti medici. Si lascia tuttavia la mostra con l’emozione molto profonda proprio delle vicende della vita di Frida Kahlo evocate e simboleggiate nella rappresentazione artistica: la poliomelite all’eta di sei anni, il tragico incidente che da ragazza le spezzò la schiena e le lacerò il ventre costringendola a portare busto e protesi e negandole per sempre la maternità.
E poi l’amore infelice per Diego Rivera che la sposò due volte ma la tradì continuamente – anche con la sorella minore Cristina -, gli aborti, gli interventi chirurgici sempre più invasivi fino all’amputazione della gamba destra che la piegò definitivamente portandola alla morte – forse per suicidio – nel 1954 a soli 47 anni.
Un’esistenza segnata dal dolore fino al ricorso alla morfina ma anche dalla passione per la politica, dall’amicizia con personalità come Tina Modotti che l’avvicinò al partito comunista e il fotografo Edward Weston, con Leon Trotsky e la moglie Natalja, l’artista André Breton. Una vita raccontata ogni volta attraverso la pittura, con sentimento, passione e un’energia travolgente: impossibile andare oltre al mito di Frida, che resta insuperabile, come la sua arte.
FRIDA KAHLO. Oltre il mito
MUDEC – Museo delle Culture
Milano, Via Tortona 56
1 febbraio – 3 giugno 2018
Orari di apertura: lunedì 14.30-19.30; martedì – mercoledì 9.30-19.30;
giovedì – venerdì – sabato 9.30-22.30; domenica 9.30-20.30
Biglietto singolo intero: 13 euro
2 Comments
Le ispirazioni! Febbraio 2018 - La Nuova Me
15 Ottobre 2018 at 10:59[…] cominciata il 1° febbraio e continua fino al 3 giugno 2018 la mostra di Frida, al MUDEC di Milano. Io non vedo l’ora di […]
Paola
3 Febbraio 2018 at 18:06Una visita dovuta, se non altro per la personalità straordinaria di questa donna. Grazie Paola