Casa Tintoria, il ristorante di Dodi Temellini, si scorge prima dall’alto, affacciandosi dalle antiche mura di Urbania, nelle Marche: un bell’edificio in pietra del 1500, circondato da una fitta vegetazione e da orti coltivati sulle sponde del fiume Metauro. Si percorre a piedi il breve sentiero in discesa e si viene subito catturati dalla magia di un giardino che profuma di fiori ed erbe aromatiche e di tavole apparecchiate ognuna con tovaglie piatti e bicchieri diversi e dedicati. Uno scenario quasi fiabesco, definito da poetiche composizioni di fiori, bianchi tendaggi, porcellane ottocentesche dove Dodi accoglie i clienti con un sorriso da grande padrona di casa.
Avevo sentito parlare di Casa Tintoria a Milano, durante la presentazione alla stampa di Temellini Milano Dog-à-porter, la collezione di moda coordinata per la donna e il suo cane della mia amica Giovanna Temellini. Il catering dell’evento era stato a cura di Dodi, cugina di Giovanna, che per l’occasione aveva imbandito un delizioso buffet di specialità marchigiane a base di tartufo bianco e pecorino di fossa, con pani e focacce all’uva fragola, alle noci, alle castagne. Dodi mi aveva invitato ad andarla a trovare se se ne fosse presentata l’occasione e così, lo scorso agosto, di ritorno a Milano dalla Riviera del Conero, con
Luigi abbiamo preso la deviazione verso Urbino per pranzare a Casa Tintoria.
L’accoglienza di Dodi, l’ambiente così particolare nel cuore della regione del Montefeltro, la cucina raffinata eppure genuina ci hanno regalato davvero la sensazione di un’immersione nella cultura del posto: il locale del resto è stato ricavato dalla ristrutturazione della vecchia tintoria dove Raffaello portava a tingere i filati e tessuti per i suoi arazzi.
La formula del ristorante prevede la segnalazione del prezzo per ogni tipologia di portata e poi il racconto del menù del giorno dalla voce di Dodi dove ogni ingrediente è protagonista di una storia legata al territorio. Per il pranzo dell’11 agosto ci sono stati proposti spaghetti di zucchina con pomodoro e basilico, fagottini con ratatouille e salsiccia su crema di zucchine, canestrini con mousse di ricotta ed erbine selvatiche e una bacca di corniole, insalatine di frutta e verdura con il mosto cotto, carpacci di arista di maialino con tartufo nero povero e dei panini al formaggio, una vaniglia con le visciole raccolte nei boschi e sorbetto di more di rovo. Un elenco così goloso che ho chiesto mi fosse ripetuto così da poterlo registrare!
Dodi non se l’è fatto dire due volte e così ha potuto anche raccontarmi del fiocchetto, un salume fatto con la spalla del maiale che viene stagionato con il grasso e la sua cotica: “Per questo devi avere un suino meraviglioso, minimo di tre quintali, e deve avere corso felice nei boschi mangiando le ghiande!”. Anche il pane e le focaccine realizzati nel forno di casa raccontano storie e tradizioni uniche: “Quello di farro è della Prometeo, una piccola azienda bio di Canavaccio che sta a 18 km da noi – enuncia Dodi – . La crescia è fatta semplice al rosmarino con olio e sale grosso e la farina del Mulino Matteucci di Sant’angelo in Vado a km 10. Quello di grano arso è fatto con un cereale antico come il Gentil Rosso o il Senatore Cappelli. Lo si brucia per ricordare quando noi si era poveri ed eravamo costretti a raccogliere le spighe cadute e recuperate dopo che mia nonna aveva bruciato il campo per far tornare su in fretta l’erba medica per le vacche e i maiali. Non si buttava mai via niente, sai”.
Nonna Netta ricorre tanto nei discorsi di Dodi quando parla della sua cucina: è stata lei a farle conoscere le piante dell’orto ma anche i segreti delle erbe spontanee e selvatiche che crescono stagione dopo stagione lungo le rive del Metauro e che sono tra gli ingredienti privilegiati dei suoi piatti. Nonna Netta ha trasmesso a Dodi la passione per una cucina che accosta sapori e saperi, che si alimenta dei doni di una natura da trattare con rispetto e riverenza.
Casa Tintoria è a Urbania ma – ed è una notizia di questi giorni – la sua magia vivrà anche a Milano. Dodi Temellini vuole portare sulle tavole dei milanesi una cucina dove il cibo ha una storia. Una proposta di home restaurant che non ha uguali nel panorama della ristorazione milanese perché mette le persone al centro di tutto: non sarà catering ma cucina su misura. Per questo, unica.
CASA TINTORIA
Via Porta del Molino 4,
Urbania, Italia
Tel. 0722 317412
Chiuso il lunedì.
6 Comments
Paola
2 Ottobre 2018 at 16:12Che posto incantevole!
Patrizia Zaggia
14 Settembre 2018 at 15:10Ci siamo stati io e mio marito un posto che incanta ….entrare in una fiaba d’altri tempi e poi le persone che lo fanno vivere …anche loro sono ….dimmi come piace a me …la sana follia che ti permette di vivere davvero 😉
Tratto d'unione
14 Settembre 2018 at 13:51Se capito da quelle parti ci passo di sicuro
Paola
14 Settembre 2018 at 14:33Merita!
Carla
14 Settembre 2018 at 13:40Posto fantastico e cibo ottimo…la presentazione dei piatti raffinata e artistica la titolare e i suoi dipendenti sono meravigliosi…di più non si può🔝
Pendolante
14 Settembre 2018 at 13:10Che posto incantevole