Un cappotto rosso che si trasfigura in un albero di mele, un cardigan di lana che ricorda un sogno di Natale, un collare di tela che offre le ali a una farfalla bianca, una candida camicia da notte sulla quale sboccia un tralcio fiorito. Le installazioni di Yukiko Terada, artista giapponese in mostra a Milano presso l’atelier di Nastuko Toyofuku, ci raccontano l’incanto della metamorfosi, la magia della rinascita.
Sono realizzate con materiali di scarto, capi di abbigliamento usati e abbandonati, destinati all’oblio delle discariche. Yukiko Terada li recupera, li lava con cura, elimina le etichette, rammenda i punti logorati con ago e filo. Un lavoro eseguito come un rito che riporta tessuti e filati alle condizioni originali per diventare materia d’artista.
“Mi sono formata artisticamente con la scultura, iniziando a lavorare la pietra e il legno ma sono gradualmente passata al tessuto – mi ha raccontato Yukiko durante il nostro incontro -. Una volta che il processo di recupero è terminato, inizio a tagliare il tessuto per creare un oggetto nuovo, cercando di utilizzare solo il materiale originale, senza l’aggiunta di altri elementi”.
Gli strumenti di questa rigenerazione sono le forbici, l’ago e il filo. L’artista giapponese ritaglia a mano sagome di petali, ali, foglie creando vuoti e trasparenze, idee di leggerezza che con l’attività del cucito e del ricamo prendono la forma di fiori, farfalle, frutti che si posano poeticamente sugli abiti recuperati.
Nata in Giappone 42 anni fa, dopo una laurea in Fine Arts all’università di Osaka Yukiko Terada ha approfondito gli studi di arte scultura e design al Saint Martins College di Londra e poi a Berlino dove ha conseguito il master e dove risiede con la famiglia da dodici anni.
Le sue installazioni sono esposte in spazi museali internazionali ma l’artista realizza anche una capsule di abbigliamento denominata “One Piece Project”, anch’essa esposta nell’atelier di Nastuko Toyofuku: “Si tratta di camicie di seconda mano rinnovate dall’applicazione di piccoli pezzi di tessuto che ho ricavato da altre camicie e posizionati in modo da creare nuove taglie e nuovi modelli. Sono destinati indifferentemente a uomini o donne: oltre al tema del riciclo volevo rappresentare una possibilità di scambio tra i generi, un abbigliamento che potesse essere indossato senza distinzioni da tutti, a tutte le età. Mi piace l’idea di creare connessioni con ago e filo”.
Le installazioni tessili di Yukiko Terada racchiudono un’energia misteriosa, una dichiarazione di resistenza che è insieme malinconica e potente, il senso di una bellezza portatrice di pensiero: “Sono cresciuta in un contesto condizionata dall’eccesso di produzione e di consumo ma non voglio essere parte di questo sistema, almeno nel mio lavoro. Cucio soltanto a mano, senza la macchina da cucire. È un gesto che esprime il mio senso del tempo in una società che si muove ad alta velocità. È con questo intento che svolgo ogni giorno il mio lavoro”.
Le installazioni di Yukiko Terada sono esposte all’atelier di Nastuko Toyofuku in Corso Como 9 a Milano. Se volete conoscere la loro poesia, la mostra è aperta fino al 31 ottobre.
1 Comment
Paola
2 Novembre 2018 at 18:08Strepitosa! Che peccato che sono stata via e leggo solo ora!