Quando lavoravo nei magazine sportivi, tra i miei compiti c’erano le prove di prodotti tecnici: che fossero racchette da tennis, giacche o caschi da moto, li sottoponevo ai raggi X, raccontandone pregi e, se ne riscontravo, anche difetti. Era una formula studiata per un target maschile di lettori, che chiedeva descrizioni dettagliate fino alla pedanteria. Non l’ho mai applicata agli articoli di questo blog che ho sempre inteso come uno spazio dove intrattenervi su argomenti – a volte anche seri – con un tono volutamente leggero. Per motivi altrettanto meditati di linea editoriale non ho mai proposto recensioni di un singolo prodotto: lamiacameraconvista è un sito di lifestyle, non un contenitore camuffato di consigli per gli acquisti.
Detto questo, sono stata invitata le scorse settimane alla presentazione stampa del nuovo Le Phyto Rouge di Sisley, l’ultima novità in fatto di rossetti dell’azienda francese di cosmesi di alta gamma.
Ci sono andata con piacere perché, anche se mi trucco pochissimo, non esco mai di casa senza un filo di rossetto. Mi guardo allo specchio e passo sempre sulle labbra un po’ di colore, sicura che la mia faccia, anche nella sua versione più smorta, prenderà un’altra aria: quella che mi sento dentro e che vorrei si vedesse anche fuori. Paradossalmente invece di truccarmi, di farmi apparire diversa, il rossetto tira fuori la parte più vera di me, quella che ama sorridere alla vita.
Mi piacciono i rossetti e ne possiedo tanti. Non so se sia fondata la teoria del lipstick effect per cui durante i periodi di crisi economica crescerebbe l’acquisto dei prodotti per il makeup ma a me comperare un bel rossetto nuovo tira su di morale, un piccolo lusso che senza incidere particolarmente sul mio budget sortisce quasi l’effetto di un bel paio di scarpe o di una bella borsa. A parte il periodo della beata giovinezza quando andavo di lipgloss comperati alla Upim, da quando ho cominciato a lavorare e quindi a guadagnare senza dover rendere conto ad altri di come spendevo i miei soldi, mi sono sempre viziata con i rossetti, scegliendo brand di alta gamma comprati sempre in profumeria. I primi anni mi bastavano prodotti che oltre a colorare mantenessero le labbra idratate, più avanti che fossero a lunga durata ma avessero al contempo una texture cremosa con effetto brillante. Ora che – come si dice – ho una pelle matura, ai miei rossetti chiedo di essere morbidi e luminosi ma sopratutto di rimanere ben bloccati lì, senza penetrare nelle rughette intorno al labbro superiore (il famigerato codice a barre!). So che per evitare l’inconveniente del rossetto sbavato bisogna andare di base idratante, fondotinta, cipria e matita per il contorno labbra ma ci vuole un sacco di tempo e io sono un tipo impaziente e pochissimo disciplinato.
Mentre ascoltavo la presentazione di Le Phyto Rouge pensavo che il rossetto di Sisley poteva proprio fare al caso mio e quando è stata offerta alle giornaliste la possibilità di testare i nuovi colori, mi è tornata la voglia di scrivere una prova di prodotto come facevo nella mia vita precedente. L’aspetto più complicato era quello fotografico: non facile riprendersi mentre si applica per bene il rossetto allo specchio! Fortunatamente è venuta in soccorso l’amica Lorella Usai che, armata di sorriso e tanta pazienza, ha documentato la prima prova tecnica di Lamiacameraconvista.
Proposto in 20 tonalità per quattro famiglie di colore – beige, rosa, arancio e rosso – Le Phyto Rouge colora, protegge e idrata le labbra con un effetto balsamo grazie al «Complesso Hydrobooster» composto da acido ialuronico e glucomannano di Konjac utilizzato per la prima volta da Sisley in un rossetto. Questi due elementi, uniti sotto forma di microsfere di riempimento, catturano l’acqua uscita dal derma, si gonfiano e mantengono così il livello idrico nelle labbra con un effetto rimpolpante e idratante a lunga durata. Il comfort delle labbra è garantito dalla presenza di oli naturali come l’olio di Camelia e di Jojoba.
Personalmente ho provato le tonalità Orange Acapulco, Rouge Monaco, Rose Delhi e Beige Bali. Mi ha fatto piacere riscontrare che Le Phyto Rouge si applica con precisione grazie al taglio obliquo dello stick che non richiede l’utilizzo di matite.
Il prodotto si stende bene grazie al tocco morbido ma anche compatto. Le labbra si colorano già dopo una prima passata ma, volendo una copertura maggiore, il rossetto mantiene comunque la sua leggerezza, senza stratificarsi sulle labbra. Consiglio di attendere qualche secondo per giudicare l’effetto del colore sul viso: l’ho verificato provando la nuance Rose Delhi che a un primissimo impatto mi sembrava troppo carica e poi invece si è armonizzata con l’incarnato di labbra e viso con un risultato molto convincente. Dopo l’applicazione il rossetto ha confermato la tenuta a lunga durata così come la brillantezza del colore.
Il temuto effetto codice a barre non si è neanche profilato mentre le labbra si sono mantenute morbide per tutto il giorno, una sensazione che ho ritrovato anche la mattina dopo il risveglio: l’effetto balsamo promesso dalla comunicazione ufficiale, per mia esperienza, è pienamente confermato. Sfatata invece la mia avversione per i toni rosa e del beige: nella mia personale scaletta Rose Delhi ha scalzato Rouge Monaco, classificato a pari merito con Beige Bali, la classica nuance perfetta per tutti i giorni. Più distanziato Orange Acapulco che vedrei bene su una donna più ‘vitaminica’ della sottoscritta.
Il packaging, è molto invitante: l’astuccio oro con disegno zebrato nero è un oggetto bello da tenere in borsetta dove può essere custodito anche nella bustina rossa in dotazione. Il prezzo, ça vas sans dire, è in linea con il posizionamento luxury di Sisley: 43,50 euro. Non sono poche ma, rispetto alle proposte di altri brand di alta gamma, con Le Phyto Rouge si può fare a meno di matita per il contorno labbra e di base idratante, che si sa, hanno un costo. Però non siamo ipocrite: un rossetto così si compra perché ci si vuole bene. Punto.
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