Ho impiegato qualche giorno a scrivere il testo per questo post di auguri di Natale. Di solito messaggi come questo li scrivo di botto, seguendo il flusso di pensieri e sentimenti chiari, quasi luminosi in certi giorni.
Questa volta no. Ho dovuto ragionare un po’ prima di trovare il filo dei pensieri, di dare ancora un senso a una ritualità che ogni anno diventa sempre impegnativa e al contempo sempre più vuota di significato. Saluti, regali, pranzi e cene di lavoro, aperitivi ritagliati tra il traffico e la difficoltà di parcheggio e poi tutto obbligatoriamente raccontato sui social con musichette, gif animate, battutine. Lavoro nella comunicazione, ho un blog che si promuove attraverso Facebook e Instagram ma che fastidio per le markette di Natale e l’orgia dell’effimero che va in scena in questi giorni!
Eppure… eppure nei social c’è di tutto. Anche una creatura meravigliosa come Eva, una ragazza italiana che vive in Brasile con il marito Roberto e due fantastici bambini. Il primo, frutto di un’adozione, si chiama Noah Enzo, ha sei anni, la pelle color cioccolato e un sorriso che stende. La seconda, Nina Flor, tenera e paffuta, è nata due anni fa dopo una sofferta fecondazione assistita. Poche settimane dopo la nascita della bambina, a Eva hanno scoperto un melanoma – la forma più aggressiva di tumore della pelle – ad uno stadio avanzato. Dopo un primo trattamento chirurgico che sembrava risolutivo, la scorsa estate il melanoma è tornato, sconvolgendo ancora una volta la sua vita e quella della sua famiglia. Lei, il marito, i bambini, la mamma che è venuta dall’Italia in Brasile per occuparsi della giovane famiglia, speravano di trascorrere insieme il Natale ma inaspettatamente sono intervenute delle complicazioni ed Eva in questi giorni è ancora in ospedale, da dove spera di uscire a gennaio.
Conosco questi dettagli perché Eva ha raccontato la sua storia – con una scrittura accurata, direi perfetta – prima sul blog Ilfruttodellapassione ed ora sul profilo Instagram, uno dei più belli che abbia mai visto sui social. L’ho scoperto per caso ed ora sono tra i suoi 57,5 mila follower. Ogni tanto trovo le parole per commentare i suoi post e lei mi ricambia con un cuoricino o con una frase di ringraziamento, ma più spesso rimango in silenzio, ammutolita dall’intensità della sua lotta e dalla capacità del suo racconto.
Eva ha un grande talento per la comunicazione, le sue foto sono bellissime, così come i pensieri che le accompagnano, frasi che leggo ogni volta con emozione, stupendomi di come sappia scavare dentro i sentimenti, la paura e la speranza, raccontando i dettagli della malattia ma soprattutto la sua lotta per rimanere viva, per continuare a dare amore alla sua famiglia, per vedere crescere i suoi figli, per proseguire la sua appassionata ricerca della felicità. Perché il miracolo di Eva e del suo sconvolgente diario Il Frutto della Passione è che la malattia, anche quando si manifesta con una violenza inaudita, esce ogni volta sconfitta dalla forza e dal coraggio di questa donna che brandisce il suo amore per la vita come una spada.
Eva è una guerriera e della guerriera ha uno sguardo dolce e fiero, il corpo atletico, tatuaggi lucenti sulla pelle. Ha dovuto tagliare i capelli ma la cicatrice sulla testa rasata la rende incredibilmente più bella: sembra l’eroina di un fantasy!
Non riesco a immaginare la profondità della sua tristezza in questi giorni, la nostalgia per i suoi piccoli, la voglia di farsi coccolare dal marito. Ma so che le sono vicina e che in questo sentimento di vicinanza, nella fiducia e nella speranza che possa stare di nuovo bene, sto ritrovando il senso di questo mio strano Natale. Auguri Eva: ancora non lo sai, ma il regalo più bello è il tuo.
Se volete conoscere Il Frutto della Passione lo trovate sul web, su Instagram e su Facebook.
2 Comments
Paola
31 Dicembre 2018 at 9:16Grazie Paola, fortunatamente ho appreso che Eva in questi giorni è tornata a casa e sta trascorrendo le feste con la sua famiglia. Ne approfitto per farti gli auguri di buon anno!
Paola
30 Dicembre 2018 at 19:59Grazie per questa intensa testimonianza e per la condivisione. Sono sempre annichilita quando vengo a conoscenza di persone giovani colpite da una malattia grave, ancor di più se sono così coinvolte nella famiglia