“La crisi più difficile del dopoguerra”. Sono andata a letto con il cuore pesante ieri sera dopo avere ascoltato le parole di Giuseppe Conte all’annuncio dell’ennesima stretta per arginare la diffusione del Coronavirus. E oggi, appena sveglia, ho subito controllato sul tablet gli aggiornamenti dei giornali. Sono lombarda, vivo a Milano, mio marito è di Bergamo, la mia famiglia vive nella provincia di Brescia e mia madre di 82 anni abita sola in un appartamento nel centro della città. Fortunatamente sta bene ma, a parte una delle mie sorelle che le porta la spesa una volta la settimana e la saluta a distanza dal pianerottolo, non vede noi figli da settimane e trascorre le giornate con la sola compagnia del televisore.
Questa mattina, mentre leggevo il Corriere della Sera, arrivata a pagina 5 ho avuto una stretta al cuore leggendo gli articoli su Brescia che, tra città e provincia conta 671 vittime. Tra di loro c’è una persona a me vicina, mancata proprio questa notte. Poi in basso alla pagina ho visto un boxino su un messaggio del sindaco Del Bono . “Ieri sera, prima di tornare a casa, ho immortalato la bellezza della nostra città. Ho pensato, ieri, a mio papà, fornaio per decenni al Villaggio Badia, un uomo semplice ma vero, che quando mi vedeva mi congedava con una sola frase: ‘tu fai il tuo dovere’. Mi sento di proporla a voi, facciamo ciò che si deve per uscire da queste giornate difficili e dolorose ”.
Ho sentito subito mia questa riflessione e questo invito: FAI IL TUO DOVERE. Perché è profondamente ‘bresciano’ e anche profondamente etico. Non sono una degli operatori sanitari che salvano ogni giorno la vita degli altri a rischio della propria e neanche una cassiera del supermercato che lascia ogni giorno la sicurezza della propria casa per dare a noi la tranquillità del frigo pieno. E così, dopo le dichiarazioni di Del Bono mi sono chiesta: ma io come posso fare la mia parte? Ho pensato allora che oltre ad attenermi a tutte le regole emanate dalle ordinanze del governo e ancor più all’ulteriore stretta di ieri sera che anche io auspicavo, il mio dovere sarà quello di ubbidire e non lamentarmi: non lamentarmi per le code davanti ai supermercati e farmacie, non lamentarmi perché giudico una ordinanza troppo restrittiva o troppo lassista, non lamentarmi perché non posso avere quella crema non più disponibile online. Mi propongo di tenere un comportamento sobrio e di non esternare inutilmente l’ansia per le difficoltà economiche che sicuramente ci attenderanno una volta fuori dalle nostre case ma che ancora non possiamo immaginare.
Se crediamo di stare combattendo davvero una guerra io desidero solo fare il mio dovere: parlare poco, ascoltare e ubbidire, come un bravo soldato semplice: perché così oggi mi sento.
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