Quando Fabio Cammarata mi ha chiesto di segnalargli dal suo profilo Instagram i gioielli che preferivo per le foto di questo articolo, non sono riuscita a sceglierne uno: mi piacciono tutti. Perché sono uno diverso dall’altro ma tutti particolari, perché sono visionari, perché ognuno racchiude un piccolo mondo. Sono pezzi d’arte e l’arte non si sceglie: incanta e basta. E sono l’incanto e la fascinazione i sentimenti più forti suscitati dalle creazioni di Fabio Cammarata, gioielli che vanno oltre la funzione decorativa per diventare sculture da indossare.
Lui li crea da artista, partendo da un’ispirazione istintiva alimentata da una grande curiosità intellettuale, dalla passione per l’arte e il design, per la musica che ha studiato al conservatorio, per il cinema e la pittura.
Nato in Sicilia da una famiglia di gioiellieri e orafi, una laurea in architettura, la passione per la moda che lo portano con una borsa di studio alla Domus Academy di Milano, dopo uno stage da Gianfranco Ferrè e una formativa esperienza lavorativa con il Gruppo Della Valle, Fabio Cammarata lancia il suo brand di gioielli nel 1996. “Alla Della Valle disegnavo fibbiette, morsetti, catene, gli accessori in metallo applicabili alle borse e alle scarpe da sera. Quando mi sono reso conto che si trattava in effetti di piccoli gioielli mi sono detto: perché non ne realizzo una collezione per me?”.
Sofisticato e visionario quando immagina le sue creazioni, Fabio Cammarata racconta con raro understatement una carriera che lo ha portato a collaborare per 16 anni con Barneys New York, a creare collezioni in esclusiva per Swarovski, ad insegnare in atenei come IED, Polidesign, Domus Academy, ad esporre i suoi gioielli in importanti mostre internazionali. “Ho lanciato Fabio Cammarata Gioielli con l’obiettivo di realizzare qualcosa che fosse solo mio, con un punto di vista completamente differente da tutto quello che avevo fatto precedentemente – ricorda -. Ma tutte le esperienze fino ad allora accumulate sono state preziose: il mio è un processo creativo che nasce già una sintesi tra l’ispirazione e le regole apprese dalla moda, dall’architettura, dal design”.
Il risultato sono gioielli importanti, assertivi, tratti dalle ispirazioni più varie: il cinema di Fritz Lang per la collezione Metropolis che interpreta anelli, bracciali, pendenti come scenari metropolitani, il fascino di Frida Kalho per esemplari della collezione Flowers, le opere di Klimt per i colori di Intarsi… tanti gli omaggi ai grandi architetti, dall’americano Frank o. Gehry, a Gio Ponti, al Secessionista austriaco Joseph Maria Olbrich.
Tante collezioni, riconoscibili per l’unicità di uno stile che sfida lo scorrere del tempo: “E’ vero – ammette Cammarata – già nel 1996 ho realizzato gioielli che sono attuali anche ai giorni nostri. Se li propongo senza un criterio temporale, come nel mio profilo di Instagram dove li racconto anche attraverso le fonti d’ispirazione, non ci si rende conto del periodo nel quale sono stati proposti”.
La contemporaneità delle creazioni di Cammarata è anche nella scelta dei materiali: “Oro, ottone, argento, bronzo, pietre semipreziose. Non mi piacciono quelle sintetiche costruite chimicamente, preferisco quelle che abbiano a che fare con la vera natura: quindi agate, opali australiani, la kunzite, quarzi di tutti i tipi, dal lemon al fumè”.
Lui li lavora nell’atelier di Lentate sul Seveso, in Brianza, dove ha ristrutturato un’antica cascina lombarda: “Abito immerso in un parco verde. Di fronte alla mia abitazione ritrovo lo studio: praticamente casa e chiesa. In campagna, con la collaborazione di collaudati artigiani, realizzo i pezzi unici e i prototipi delle nuove collezioni che sono disponibili in una produzione più ampia sulla piattaforma Artemest e in selezionati store come il Trovatore di Milano e la galleria Marco Polo di Torino”.
L’atelier è anche il luogo di incontro con i clienti che richiedono pezzi dedicati, spesso realizzati in pietre preziose come diamanti, rubini, smeraldi e zaffiri.
Uno dei pezzi più importanti nel percorso di Cammarata è però una collana in ferro e turchesi, realizzata negli anni 2000 per Barneys, indossata da Charlize Theron in una copertina di Vogue Usa: “Il ferro non ha duttilità dell’argento e dell’oro e quindi la sua lavorazione è molto elaborata. Per valorizzarla avevamo trovato la soluzione di abbinare il ferro a pietre semipreziose di ogni colore per collane da portare anche con le collezioni di abbigliamento presenti nello store. Fu meraviglioso vederne una indossata da un’attrice di quella bellezza su un magazine così prestigioso!”.
La destinataria delle creazioni di Cammarata è sempre la donna. “I miei gioielli non hanno una mera funzione ornamentale e all’apparenza possono sembrare difficili. In realtà sono considerati portabili dalle persone che hanno voglia di farlo. Le mie clienti hanno uno spirito e un’interiorità talmente forte che indossano i miei gioielli in una maniera unica. Si crea un polo di attrazione, energie che s’incontrano: quelle di donne che hanno un gusto unico e il mio gioiello che dà loro la possibilità di esaltarlo”.
La donna che più di tutte interpreta lo stile di Fabio Cammarata è la moglie, Marzia Colombo, di professione architetto: bionda, eterea, elegantissima. “Siamo sposati da 23 anni e sì… Marzia è la mia musa. Quando disegno un viso, quando delineo un occhio, l’angolo di una bocca, alla fine risulta sempre il suo ritratto – ammette con una risata timida -. Quando realizzo un oggetto, mi accorgo che lei lo porta benissimo. E’ una potente fonte di ispirazione. Ma Marzia è la mia musa anche perché le devo molto. Mi ha orientato moltissimo verso la mia attività e, fin dagli inizi, mi ha sostenuto come nessuna. Ci siamo conosciuti tramite un amico comune e abbiamo gradualmente scoperto di avere affinità fortissime. Lei ha sempre capito le mie modalità di approccio al progetto, la mia necessità di stare ai margini per indirizzare con la massima libertà la mia ispirazione. E’ la più intrigante delle mie fans”.
Ma c’è un’altra donna alla quale Fabio Cammarata avrebbe voluto dedicare i suoi gioielli, ed è una poetessa. “Avrei tanto voluto conoscere Alda Merini ma non ho fatto in tempo, anni fa. Era una donna di un carisma pazzesco. Il massimo dell’ambizione sarebbe stata vederla indossare le mie creazioni”.
Per informazioni su Fabio Cammarata: sito web, profilo Instagram
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