Sono andata a vedere Il mio letto è un giardino – Mi cama es un jardín spinta dalla suggestione del titolo e dai bellissimi colori della locandina. Si tratta di una piccola mostra, in programma al MUDEC di Milano, uno degli spazi museali nel mio quartiere, e anche per questo tra i miei punti riferimento nelle passeggiate in città. Nell’era pre Covid (incredibile come la vita senza mascherina sembri una dimensione bellissima e lontana…) il MUDEC era praticamente sempre aperto, ora è visitabile durante il weekend, dal venerdì alla domenica, in orario ridotto.
L’ingresso è gratuito e permette di vedere l’esposizione permanente – con la raccolta etno-antropologico delle collezioni del Comune di Milano, composta da oltre opere d’arte, oggetti d’uso, tessuti e strumenti musicali provenienti da tutti i continenti in varie epoche – e appunto Il mio letto è un giardino, in programma fino all’8 novembre 2020.
Si tratta di dieci coperte da letto, realizzate al telaio delle donne argentine del monte Quichua, nella zona di Santiago del Estero, provenienti dalla collezione privata di Andreina Rocca Bassetti, donate al MUDEC nel 2016.
Il progetto espositivo, curato da Carolina Orsini, conservatrice del Museo delle Culture, oltre alle opere tessili, prevede un interessante film/documentario dedicato alla memoria di Berna Paz (1931-2020), ultima grande tessitrice della vecchia generazione delle huarmis sachamanta (donne del monte).
La tessitura nell’area di Santiago del Estero, 900 chilometri a nord di Buenos Aires, ha una tradizione risalente alla dominazione spagnola che ha perso progressivamente d’importanza assumendo, da attività economica, una connotazione prettamente femminile e domestica. Oggi l’attività della tessitura è ancora praticata solo in pochissime case.
Tuttavia a partire dagli anni ‘90, l’Associazione Sumampa/Adobe che ha finanziato il documentario della mostra, ha istituito una scuola di tessitura nella zona rurale di Quimili Paso, nel cuore del monte a sud della capitale Santiago, recuperando la memoria e le tecniche dalle poche persone che ancora la praticavano. Le tessitrici infatti disegnano e compongono letteralmente il motivo durante la tessitura grazie alle loro straordinarie capacità di calcolo e di memoria.
Conservati in teche di vetro, nella loro bellezza senza tempo, le coperte dal letto in mostra al MUDEC sono la testimonianza della straordinaria capacità di adattamento e delle resilienza culturale delle donne argentine di Santiago del Estero. Un’arte celebrata dal poeta e saggista santiagueño Bernardo Canal Feijoo in un suo viaggio nella terra d’origine in uno scritto che ha ispirato il suggestivo titolo della mostra:
“Era una regione arida, molto più arida di altre della Provincia. Di un’aridità desolante. Di un’arida desolazione (…) Io stesso, lo confesso, mi sentivo fiacco e annichilito. E solo il mio automatico vagare mi portò al ranchito (…) D’un tratto inciampai in “quella”. Era una coperta di Santiago stesa al sole tra due pali. Era tessuta in rosso, giallo e verde, con fasci, lame, e zigzag e macchie che brillavano, splendevano e scoppiettavano, in esplosioni, proiezioni e fiammate (…) Accanto ad alcuni pali c’era una donna in nero (…) indicando la coperta con la mano le ho detto: “Carina!”
Un potente bagliore scintillò nei suoi occhi (…) poi le sfuggirono dalla bocca queste parole: “E se vedesse il mio letto… Il mio letto è un giardino” (Mi cama es un jardín).
Fauna mai vista, flora fantastica, triangoli, segni a gradoni, misteriosi rettili, soli, lune e stelle di cieli ignorati. È proprio vero che la mano che trama tra i quattro pali del telaio, “il giardino” dell’anima, conosce la magia della creazione divina”.
Il mio letto è un giardino – Mi cama es un jardin
3 luglio-8 novembre 2020 –
MUDEC – Museo delle Culture
via Tortona 56, Milano
Orari apertura: Ven, Sab, Dom h. 11.00 ‐ 18.00
Ingresso gratuito senza prenotazione
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